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Qualcosa di vecchio, qualcosa di prestato, qualcosa di blu, i confetti bianchi d’Avola, le partecipazioni in carta d’Amalfi… rituali e usanze che raccontano la propria identità, la propria cultura. E quelle degli altri? Siamo sicuri di conoscerle? Gli altri riti nuziali sono altrettanto ricchi d’ispirazione e di codici affascinanti e suggestivi.
Scopriamone alcuni...
Organizzare un Matrimonio Ebraico
EDC ha maturato una lunga esperienza nell'organizzare un matrimonio con rito ebraico. Pure adeguandosi ai tempi e alle usanze delle diverse comunità della diaspora (esilio), il matrimonio ebraico comprende elementi comuni: Qiddushin ovvero la “dedicazione”, detta anche Erusin, (promessa di matrimonio) in presenza della comunità, cui segue la Ketubah (contratto matrimoniale) che viene firmata in presenza di due testimoni quale tutela economica della donna; Nissuin, il rito nuziale vero e proprio con il dono alla sposa di un anello di proprietà dello sposo, celebrato sotto la Chuppah o Huppah (baldacchino di stoffa, generalmente di velluto rosso e oro) che rappresenta la futura casa degli sposi; il rituale presso l’Aron, in cui sono contenuti i rotoli della Torah, dove il rabbino pronuncia la sua benedizione seguita dalla tradizionale "rottura del bicchiere”, rito di purificazione e di rinascita a una nuova vita che ricorda la distruzione del Tempio di Gerusalemme e l’allontanamento del popolo eletto dalla Terra Santa.
Per alcuni, la cerimonia che attua il Nissuin è lo Yihud (in ebraico: איסור ייחוד, issur yichud, cioè "seclusione") che consiste nel consumare insieme un tipico consommé in una stanza privata. Quando gli sposi saranno pronti, inizierà il ricevimento con la benedizione della Challah (pane intrecciato) che rappresenta l'unione delle famiglie. Al termine del banchetto avrà luogo la Hora, danza accompagnata da musica tradizionale in cui gli sposi, seduti sulle sedie, reggono i lembi di un fazzoletto tra loro mentre vengono issati in aria dai loro ospiti.
Usanze e curiosità del Matrimonio Induista
Il matrimonio induista consiste in una cerimonia di origine vedica presieduta da un sacerdote brahmano e articolata in diverse tappe nei festeggiamenti che durano più giorni. Il giorno che precede il matrimonio le amiche e i parenti della sposa festeggiano con canti benaugurali e danze tradizionali la fanciulla promessa, dipinta con l’henné. Intanto, un grande gazebo (Mandapa) viene decorato con fiori: nel giorno del matrimonio sotto il Mandapa viene acceso il fuoco sacro, testimone dei voti degli sposi.
Lo sposo arriva in processione, accompagnato dalla famiglia e dagli amici in festa e accolto dalla famiglia della sposa in uno scambio reciproco di ghirlande di fiori. La sposa gli offre miele e yoghurt, ed egli promette per tre volte al suocero di assisterla nella realizzazione di Dharma, Artha e Kama (armonia, prosperità e appagamento: i tre scopi dell’esistenza).
Un lembo del Sari della sposa viene legato alla sciarpa di gala dello sposo in un nodo simbolico; quindi, gli sposi si scambiano gli anelli e insieme gettano offerte rituali (Samagree) nel fuoco sacro, girandogli per tre volte intorno e recitando inni vedici. Infine, la coppia compie sette passi intorno al fuoco, oppure lungo sette stazioni di un percorso simbolico, recitando preghiere e promesse reciproche.
Lo sposo allaccia il Mangalasutra, una collana recante i simboli di Shiva o Vishnu, alla compagna e le segna la scriminatura tra i capelli con una polvere rossa (Sindoor) a significare la sua nuova condizione di donna sposata. La famiglia dello sposo offre doni alla sposa e tutti gettano petali di fiori alla coppia.
Celebrare un Matrimonio con Rito Protestante
Il matrimonio protestante non ha il carattere di un sacramento, è piuttosto considerato un patto a vita di mutua solidarietà, sancito ufficialmente in primo luogo in sede civile. Frutto di una scelta personale degli sposi, l’unione può avere una dimensione spirituale, celebrata nel tempio o in chiesa. I futuri sposi firmano innanzitutto un registro con i genitori e i testimoni. Durante la cerimonia, molto simile al rito cattolico ma più sobria e assai più breve, la coppia manifesterà le proprie convinzioni religiose e pronuncerà i propri voti, con la benedizione del pastore.
Alcuni dettagli della cerimonia possono variare in ragione delle diverse confessioni protestanti: battista, luterana, metodista, episcopale, presbiteriana, valdese, quacchera ecc. In tutte, però, il matrimonio è un atto solenne e pubblico in presenza di Dio: pertanto almeno una delle due parti deve essere battezzata secondo la religione cristiana ed è necessaria la presenza di almeno due testimoni. L’ingresso in chiesa prevede un piccolo corteo nuziale composto da damigelle con cestini di fiori, un portatore di anelli, nonché numerose damigelle d’onore scortate dagli eventuali testimoni. Molte Chiese protestanti ammettono preghiere e voti personalizzati, purché conformi ai principi cristiani.
Organizzare un Matrimonio secondo il Rito Ortodosso
Il matrimonio ortodosso è composto da due funzioni che una volta avvenivano in momenti diversi: il fidanzamento (in slavonico Obručènie, in romeno Logodna), che sancisce l’ufficialità delle promesse di matrimonio, e la cosiddetta “incoronazione”, ovvero il matrimonio vero e proprio (in slavonico Venčànie, in romeno Cununie). La prima parte si svolge nel Nartece (vestibolo) oppure alle porte della Chiesa, per indicare l’ingresso nella vita matrimoniale: il prete benedice gli sposi, consegna loro ceri accesi e li incensa; quindi, in presenza di testimoni, vengono pronunciate preghiere e scambiati gli anelli benedetti con l’acqua santa, simbolo di fedeltà.
Giunti al centro della chiesa, il prete dà inizio al rito dell’incoronazione che ha luogo su un tappeto decorato da simboli matrimoniali, simbolo della gestione autonoma della vita comune. Con tre preghiere si chiede la grazia di Dio per gli sposi, che hanno le mani legate assieme da un nastro o da un velo. Quindi, il prete pone sul capo degli sposi le corone, segno di regalità e di perfezionamento: poiché gli sposi (compartecipi della regalità di Cristo) sono riconosciuti sovrani della vita familiare e diventano “corona” l’uno dell’altra. La corona è altresì simbolo di martirio, ovvero di testimonianza di fede “nella buona e nella cattiva sorte” e del dono reciproco all’altro per tutta la vita. Per gli ortodossi, il matrimonio è il riconoscimento da parte della Chiesa dell’unione che Dio ha già operato nelle vite degli sposi che, infatti, non scambiano voti nuziali ma manifestano l’impegno reciproco e l’apertura all’azione di Dio nella loro unione, che entra così nella dimensione eterna.
Simboli e usanze del Matrimonio con Rito Buddista
La dottrina morale nota come Insegnamento del Buddha o “Buddha-śāsana” non è propriamente una religione e non considera necessario il rito matrimoniale: le coppie si sposano per rendere partecipi parenti ed amici della propria unione. Il matrimonio buddista non ha valore legale, dunque alcuni sposi decidono di istituzionalizzare l’unione anche con il rito civile. La cerimonia inizia con la lettura-recitazione dei capitoli Hoben e Juryo del Sutra del Loto, "Gongyo di cerimonia" (ovvero la pratica abbreviata di Gongyo). Durante la cerimonia sposi e testimoni bevono tre sorsi di sakè da tre tazze differenti, simbolo del passato, presente e futuro. Poi, tutti i presenti leggono qualche passo dal Gosho (gli scritti di Nichiren Daishonin, pubblicati anche in italiano) o un brano tratto dalla letteratura non buddista, oppure scelgono di esprimersi liberamente per augurare felicità agli sposi. Infine, la recitazione di tre Daimoku conclude il rito, come del resto si usa fare anche alla fine delle riunioni di discussione.
Celebrare un Matrimonio con Rito islamico
Il Profeta Maometto disse che un uomo che si sposa ha già compiuto metà del proprio cammino religioso e lascia l'altra metà nel timore di Dio l'Altissimo. Il matrimonio islamico è innanzi tutto un obbligo religioso e, conseguentemente, una necessità sociale: si tratta, formalmente, di un negozio giuridico ('Aqd) con clausole ben definite, ma è anche un avvenimento sociale che coinvolge le famiglie e la Ummah (comunità islamica) in una cerimonia semplice, generalmente senza scambio di promesse, in cui l’Imam recita un sermone sull’armonia matrimoniale e chiede per tre volte agli sposi di ribadire le proprie intenzioni.
Esistono essenzialmente due tipi di matrimoni: il Nikah, ovvero il contratto di matrimonio a tempo indeterminato, e il Mut'a (abolito nel mondo Sunnita ma ancora praticato dagli Sciiti), contratto di matrimonio a tempo determinato (e rinnovabile). Il Mahr o Sadaq è l’obbligatoria dote che lo sposo dona alla sposa e che lo impegna a farsi carico di tutte le necessità personali della sposa. Al termine della cerimonia è previsto un ricevimento (Al-walimah), che non dovrebbe gravare in modo eccessivo sulle finanze dello sposo ma che frequentemente è opulento, durante il quale al posto degli alcolici viene servita la Sherbet, una bevanda a base di succo di frutta. Gli uomini e le donne che vi partecipano non devono sedersi mischiati, parenti e amici offrono doni alla nuova famiglia. Le donne devono rispettare le regole dell'Hijab e i canti, esclusivamente religiosi, sono accompagnati solo dal suono dei tamburi: ogni altro strumento musicale è illecito.
Il Matrimonio con Rito Cinese
In Cina per sposarsi è sufficiente presentare alle autorità civili la propria carta d’identità e il certificato di residenza. Anticamente la sposa (a digiuno e in silenzio) era trasportata su una portantina a casa del futuro sposo e, anche se quest’usanza si è persa, la cerimonia nuziale resta dominata dai simboli: il dragone è il simbolo maschile, la fenice quello femminile e lo scambio dell’anello simboleggia l’unione matrimoniale.
Per festeggiare le nozze viene offerto un lauto banchetto (composto da otto o dodici portate tipiche della ricca tradizione culinaria cinese), aperto dagli sposi che s’inchinano ritualmente ai genitori per tre volte: la prima per pregare per il cielo e la terra, la seconda per i genitori e la terza per il buon esito del matrimonio. Toccante è la cerimonia del tè, servito dagli sposi ai loro genitori, in segno di rispetto e gratitudine.
Tradizionalmente il rosso è il colore dell’abito da sposa, anche se sempre più frequentemente capita di vedere spose cinesi vestite all’occidentale, cioè di bianco. Di rosso, invece, è ancora e sempre decorata la sala, con fiocchi, fiori (soprattutto gigli e rose) e ideogrammi. È di consuetudine esporre l’ideogramma che significa “doppia felicità” (per la famiglia dello sposo e per la famiglia della sposa) nel luogo della cerimonia, all’ingresso della nuova casa e nella camera degli sposi. Le partecipazioni, su carta rossa decorata, sono utilizzate dagli invitati per offrire agli sposi del denaro (sempre in cifra pari) come regalo nuziale. Il servizio fotografico e video è amatissimo: moltissime sono le agenzie specializzate che producono reportage sugli sposi ben prima del giorno delle nozze.
Matrimonio Misto - Altri riti nuziali
La mobilità sociale e geografica degli ultimi secoli ha dato origine al cosiddetto Meltin’Pot, al crogiolo di etnie, lingue e culture nel quale viviamo, un amalgama culturale e religioso assieme. Aumentano ogni giorno di più i matrimoni misti, e anche la Chiesa Cattolica ha esteso gradualmente l’unione del matrimonio a queste coppie, anche se con una certa prudenza. I riti misti hanno un protocollo preciso, che rispetta ed esalta l’identità di ciascuno. In Italia, secondo recenti statistiche, in controtendenza con le dichiarazioni degli ultimi anni, molti giovani aspirano al matrimonio e, in particolare, l’eventualità di sposarsi con persone di diversa cultura non fa paura. Ed effettivamente il numero dei matrimoni misti nel nostro Paese è vertiginosamente cresciuto, anche grazie al grande afflusso di stranieri e malgrado le diversità etniche, soprattutto religiose, che a volte (per scarsa consapevolezza delle ragioni dell’altro) influiscono negativamente.