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Città d'arte

Le testimonianze preziose di un passato glorioso come scenografia del tuo giorno più bello. La cultura come fil rouge di un matrimonio esclusivo e memorabile. 

Matrimonio a Revenge: Tendenza Emily

Con la terza stagione di Revenge, la serie televisiva USA che sta letteralmente spopolando anche in Italia, ispirata al celebre romanzo Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas, si attesta la “Tendenza Emily” per le nozze delle fan più accanite. Revenge è la storia della giovane e misteriosa Emily Thorne (alias Amanda Clarke, interpretata da Emily VanCamp) che si trasferisce negli Hamptons (esclusiva località balneare del Nord Est) per cercare vendetta nei confronti dei Grayson che, 17 anni prima, hanno incastrato suo padre per un crimine mai commesso. Per riuscirci, entra a far parte dell’upper class wasp, con non pochi rischi di essere risucchiata dalla sua stessa sete di “vendetta”.

Nell’episodio più atteso, il matrimonio super glamour di Emily Thorne (Emily VanCamp) e Daniel Grayson (Josh Bowman), dopo due anni di corteggiamento, trionfa lo splendido abito da sposa di Monique Lhuillier e un’impeccabile allestimento scenografico del set. Ciò che fa letteralmente impazzire le fan, però, è che lontano dai riflettori, i due affascinanti protagonisti stiano insieme per davvero! Anzi, Jill Ohannesson, costumista della serie, ha realizzato per Emily un meraviglioso abito senza spalline con gonna asimmetrica di tulle appositamente pensato per l’evento reale.  

 

Dentro e fuori la fiction, un matrimonio da favola per inguaribili romantiche… come me! ;)

 

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Il Boss delle Cerimonie, parliamone

Mai come questa volta avrei preferito tacere e guardare altrove, occupandomi solo di ciò che amo. Considerando però le polemiche che ha sollevato, con prese di posizione e finanche petizioni in nome del buon gusto, devo proprio dire la mia su Il Boss delle Cerimonie di Real Time. Articoli e analisi fioccano dappertutto e molti, a dire il vero, sembrano strumentalizzare il caso televisivo del momento per mettere alla berlina i matrimoni del Sud Italia, come se gli eccessi de “La Sonrisa” di Sant’Antonio Abate fossero la cifra di un intero "mondo meridionale".

Da wedding planner, voglio innanzi tutto chiarire a chi in mala fede parla di "matrimonio napoletano" che esiste tutto un mondo di eventi di classe, a Napoli come a Milano, talmente sobrio e raffinato da non essere probabilmente adatto alle trasmissioni televisive. Allo stesso modo, esiste un mondo di eventi che corre pericolosamente sul filo del trash cui viene data ampia risonanza in TV, anche senza arrivare agli eccessi de La Sonrisa: un mondo sicuramente più noioso e parvenu di un matrimonio da Don Antonio.    

 

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Il Boss delle Cerimonie, trionfo del Kitsch

 

Detto questo, allontaniamoci dai fraintendimenti: a ben guardare le balere del Bel Paese e certe trasmissioni nazionalpopolari, l’eccesso kitsch non è certo prerogativa dei “latini”. E poi, dal momento che si parla a sproposito del trionfo del Kitsch, chiariamo un concetto: il Kitsch, ovvero il cattivo gusto, si caratterizza per la mancanza di creatività ed originalità nella rappresentazione estetica di un’idea. Il kitsch in altre parole adopera semplicemente stilemi stereotipati, banali, sentimentali e superficiali: la classica gondola di plastica, souvenir di Venezia, rende bene l’idea. Il kitsch elabora teatralmente un luogo comune tanto vuoto quanto sciocco. 

 

I matrimoni opulenti de La Sonrisa sono la quintessenza del kitsch nel senso di una ripetizione stanca e assai poco creativa di scelte che, compiute altrove e in altro modo, potrebbero anche essere plausibili. Una carrozza, un abito principesco, un banchetto sontuoso, un corredo floreale fastoso non sono kitsch se al centro dell’evento ci sono William e Kate: lo diventano quando la goffa simulazione di una falsa regalità produce un effetto stridente. Altrimenti dovremmo pensare che le scenografie teatrali di Preston Bailey, wedding planner guru, siano ugualmente eccessive e prive di stile. 

 

Professione Wedding Planner?

 

La sollecitudine di Antonio Polesi e della sua famiglia, titolare del complesso “La Sonrisa”, nel voler soddisfare le richieste dei clienti è, in fin dei conti, commovente perché cerca di tramutare la gassosa non solo in vino ma addirittura in champagne. L’evento realizzato dal Boss delle Cerimonie, matrimonio, comunione o compleanno che sia, ci fa l’effetto triste di una stucchevole farsa perché non è creativo ma seriale, e perché pretende di coprire col belletto una pochezza materiale e culturale innegabile. Ricoprire di fiori ogni spazio, dare una patina dorata al nulla, alla totale mancanza di cultura, creatività, progettualità non può avere altro esito che il trash, forse inconsapevole ma inevitabile. Ma certo, ognuno immagina a modo suo cosa significhi organizzare un matrimonio.

 

Ma, diciamoci la verità, quanti sono gli eventi di cattivo gusto che ci capita di vedere al di fuori de La Sonrisa? Quanti design di eventi non sono che mere repliche di un’unica idea, ormai vecchia di anni e stancamente trascinata, adattata, con esiti risibili? 

 
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Organizzare un Matrimonio Etnico: il Matrimonio Nigeriano

Tra tutte le tradizioni nuziali africane, organizzare un matrimonio in perfetto stile nigeriano è un’esperienza estremamente interessante, perché si tratta di un matrimonio etnico con un doppio registro, assieme antico e moderno. Non si tratta quasi mai di un matrimonio low cost, come si potrebbe superficialmente immaginare, perché il design complessivo dell’evento e gli allestimenti tradizionali richiedono un’attenzione ai dettagli mai banale e accuratamente pianificata. Location ideale per proseguire i festeggiamenti dopo il rito tradizionale è il matrimonio (civile o religioso) in spiaggia.

Matrimonio tradizionale nigeriano

Il fatidico sì della sposa deve avvenire in pubblico, nel rito tradizionale nigeriano: una momento festoso che si svolge a casa della sposa, tra i parenti dei futuri sposi e gli invitati. Il matrimonio religioso, in chiesa o in altri luoghi di culto, è considerato complementare (oggi è vissuto dalle donne come ulteriore garanzia in caso di separazione), e normalmente avviene dopo quello tradizionale. Gli sposi indosseranno quindi un abito per il rito tradizionale e uno per il matrimonio civile o religioso.

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Per gli allestimenti relativi al banchetto nuziale sono perfetti i tessuti nigeriani tradizionali e i colori vivaci, un design floreale rigoglioso e dettagli in materiali organici. L’oro è molto apprezzato, anche in particolari minimalisti, e contribuisce al dialogo dello stile dell’evento con i tessuti tradizionali.

 

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Il matrimonio nella cultura nigeriana

Il matrimonio e la famiglia in Igbo (cioè in Nigeria) sono istituzioni sociali, promuovono cioè la vita insieme e la cooperazione tra uomo e donna in un’ottica sociale, comunitaria. Un matrimonio in Nigeria, come in qualunque paese africano, va oltre l'unione sessuale: la famiglia estesa accoglie al suo interno tre o quattro generazioni di discendenti del nucleo famigliare originario.

La struttura famigliare nigeriana allarga la gamma di rapporti consanguinei e le relazioni di affinità: il matrimonio nigeriano cioè assieme all’amore degli sposi richiede una “compatibilità” di coppia e delle posizioni sociali nelle comunità di parentela, con particolare attenzione alle malattie ereditarie. Quando un ragazzo chiede in sposa una ragazza, infatti, le famiglie contraenti intraprenderanno una serie di investigazioni sui requisiti di compatibilità.

 

Il prezzo della sposa

Nel matrimonio nigeriano si pratica il cosiddetto “prezzo della sposa”, una dote che è simbolo di consenso, di accordo da parte dei genitori nei confronti della scelta della propria figlia e, insieme, un’affermazione di autorità. È un regalo simbolico al padre della sposa o al parente più vicino e anziano della comunità della sposa, da parte della comunità dello sposo. È un contratto che vincola la coppia e regola anche i doveri reciproci nell’eventualità di divorzio o di annullamento.

Il calice degli sposi 

Il momento più significativo del rito tradizionale nigeriano è quello in cui il padre della sposa versa del vino locale (Mmai ngwo) in un bicchiere, chiede alla figlia di prenderne un sorso e di passare il bicchiere all'uomo che desidera come suo futuro sposo. Se la donna non passa il bicchiere al suo promesso sposo il matrimonio viene immediatamente annullato; se poi la donna decide di passare il bicchiere ad un altro uomo presente e lui accetta il bicchiere con il vino, quello automaticamente diventerà suo sposo.

 

[foto da Izehiphotography.com]

 

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Matrimoni nel mondo, curiosità

Siamo quasi a Natale, una ricorrenza cristiana molto speciale perché ci parla teneramente di pace e fratellanza universale. Un momento magico in cui tutti rivolgiamo lo sguardo alle culture di altri popoli o di altri Paesi, riconoscendone lo stesso fondo di verità: l’amore. Divertiamoci, allora, a fare un viaggio intorno al mondo per scoprire tradizioni matrimoniali lontane, eppure vicinissime: perché il sogno di ogni coppia d’innamorati resta ovunque quello di condividere la magia dell’amore nel giorno più bello della propria vita insieme. 

 

Partiamo dal capo opposto del mappamondo, dove è estate quando qui è inverno… 

 

Matrimonio in Sud America

In America Latina le nozze sono celebrate generalmente secondo usi cattolici ma, tra le curiosità più interessanti, troviamo spose vestite di bianco, di rosa o di rosso a seconda del Paese d’origine, e una presenza diffusa nei festeggiamenti del cioccolato, impiegato dai tempi dei Maya nei riti sacri per le sue qualità afrodisiache. In Argentina la sposa indossa un abito bianco ma, secondo la tradizione, sempre una sottoveste blu. In Colombia i festeggiamenti sono generalmente organizzati in una tipica hacienda e prevedono un festoso corteo degli invitati dalla chiesa al ricevimento. In Cile il pisco (un’acquavite ricercata) non manca mai e in Venezuela è considerato di buon augurio che gli sposi si allontanino dai festeggiamenti senza essere visti.

 

Nozze in Australia

Nel piccolo continente circondato dall'Oceano Indiano ci si sposa abbastanza giovani perché chi ha compiuto da poco 18 anni può beneficiare di un assegno statale pari a 1000 euro, per rendersi indipendente e cercare lavoro. Il rito è generalmente civile, cristiano cattolico o protestante, a seconda della comunità di origine e i festeggiamenti sono preferibilmente all’aria aperta. Le diverse usanze risentono delle tradizioni culturali e religiose delle famiglie coinvolte e danno origine a un meltin’pot molto tollerante.

 

Sposarsi negli U.S.A

A seconda del culto e della comunità di appartenenza, il matrimonio negli Stati Uniti può essere celebrato davanti al Giudice di Pace, al Sacerdote cattolico, al Pastore protestante o al Rabbino. Sono sempre previsti numerosi testimoni guidati dal best man per lo sposo e dalla maid of honor per la sposa. Prima del matrimonio, non può mancare un bridal shower (o un bachlorette party) per la sposa, e un bachelor party per lo sposo, rispettivamente l’addio al nubilato e al celibato. La sera prima del matrimonio, la coppia organizza la rehearsal dinner, una cena a cui gli sposi invitano testimoni, amici e parenti più intimi per i brindisi e i discorsi ufficiali di rito. Tra le curiosità non si può non citare Las Vegas, dove in poco tempo si possono stipulare contratti matrimoniali con poche formalità e validissimi all’estero, e il rito da film delle isole Hawaii, in cui ghirlande di fiori per gli sposi e gli invitati invocano le divinità della fecondità.

 

Usanze matrimoniali in Giappone

Nel paese del Sol Levante esiste il concetto di tekireiki (età giusta, adatta) e si affronta il grande passo in modo assai pragmatico: le donne che hanno superato i 25 anni per incontrare il compagno della vita compilano una scheda con ogni tipo di informazione che le riguarda e la distribuiscono tra amici, colleghi e agenzie matrimoniali. Il matrimonio è sostanzialmente civile, ma può essere accompagnato da un rito buddista, shintōista o cristiano. Il rito shintoista comincia con la lunga vestizione in sale separate della sposa e dello sposo, circondati dai rispettivi parenti e amici, tra cui coppie già sposate che fungono da padrini. Durante i festeggiamenti gli sposi passano dal kimono rituale agli abiti occidentali. Spesso presente negli allestimenti delle nozze, la gru è un simbolo matrimoniale di buon auspicio, perché significa longevità e fedeltà: secondo la tradizione, se la futura sposa piega 1000 gru di carta prima delle nozze, il suo sarà un matrimonio felice. 

 

Sposi in Cina

Tradizionalmente il rosso è il colore dell’abito da sposa, ma è sempre più frequente vestirsi all’occidentale, cioè di bianco. Di rosso, invece, è decorata la sala, con fiocchi, fiori (soprattutto gigli e rose) e ideogrammi. In Vietnam, invece, domina il colore rosso perché il bianco è simbolo di lutto. Per saperne di più... leggi le usanze del matrimonio secondo il rito cinese

 

Matrimonio in Mongolia

In questo immenso stato dell'Asia Centrale, le nozze in caso di pioggia vengono rimandate, poiché di cattivo auspicio. La cerimonia nuziale tradizionale comincia con l’arrivo a cavallo dello sposo, con il suo seguito, alla yurta della sposa. Il matrimonio entra nel vivo con un ricco banchetto nel corso del quale si danza e si canta, secondo un rito detto “Domanda e Risposta”. Al termine dei canti e delle danze, le amiche della sposa la salutano commosse, strette da un unico nastro, e lo sposo regala alla sposa 3 bauli: uno per la biancheria, uno per il cibo e uno per contenere un ombrello simbolo di protezione.

 

Nozze in Afghanistan e in Iran

Nell'antico Afghanistan gli sposi vengono avvolti in una sciarpa, segno di indissolubilità, e vengono coperti di petali di fiori: gli uomini e le donne partecipano alla cerimonia separatamente. In Iran la poligamia è legale e generalmente i matrimoni sono combinati dalle famiglie. Ad un certo punto della cerimonia, viene alzato uno specchio davanti agli sposi, perché si vedano simbolicamente per la prima volta dopo il sì. Malgrado il rito sia islamico, è spesso presente un amuleto per scacciare gli spiriti maligni.

 

Sposarsi in Africa

Nell'immenso continente africano i matrimoni sono celebrati secondo riti tradizionali estremamente diversi, che legano usanze ancestrali ai culti cristiano o musulmano. Diffusa ovunque è l’usanza del “dono simbolico”, offerto al padre o al parente più anziano della comunità della sposa in cambio della concessione della donna: questo “prezzo” va considerato come parte del contratto sociale, legale ed economico che tutela entrambi i nuclei coinvolti, anche in caso di separazione. Allo stesso modo, ovunque in Africa il matrimonio è un’unione profonda, che va oltre l’aspetto sessuale: la famiglia tradizionale è quella estesa, dove coesistono tre o quattro generazioni e “ognuno è custode di suo fratello”. 

 

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Jennifer e Angelina, neverending story

Jennifer e Angelina sono, senza dubbio, le spose più attese della prossima stagione. Le due rivali di sempre (per chi fosse atterrato ora da Marte ricordiamo che Brad Pitt aveva lasciato otto anni fa Jennifer Aniston, sua moglie, a seguito dell’incontro fatale con Angelina Jolie) convoleranno a nozze entrambe nei prossimi mesi, anche se le date restano top secret.

Mentre, infatti, Jennifer Aniston e Justin Theroux hanno rimandato l’evento previsto per questa estate a causa degli impegni professionali e degli imprevisti nella ristrutturazione della residenza a Los Angeles, i “Brangelina”, come vengono comunemente chiamati Brad Pitt e Angelina Jolie, hanno anticipato i programmi a seguito della drammatica operazione subita di recente dall’attrice (la tanto discussa mastectomia preventiva) e, forse, di un nuovo bebé in arrivo.

Sicché, dopo aver condiviso le copertine delle riviste di mezzo mondo, sempre con un occhio rivolto alle sorti dell’altra, Jennifer e Angelina catalizzeranno contemporaneamente l’attenzione dei fans con il velo da sposa. E sebbene si parli ormai di un riavvicinamento e si racconti che Jennifer (ormai serena grazie alla relazione con Justin) abbia voluto esprimere la propria vicinanza all'ex marito Brad e alla sua nuova famiglia in occasione della brutta vicenda, siamo pronti a scommettere che entrambe siano a caccia del miglior wedding planner sulla piazza affinché le proprie nozze siano all’altezza delle aspettative… dell’altra!

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Tina, l’amore non ha età

La tigre del Rock’n’Roll ha il cuore tenero. Dopo il matrimonio celebrato con rito civile due settimane fa Kusnacht, in Svizzera, dove la coppia risiede da vent’anni, a 73 anni Tina Turner ha voluto festeggiare il proprio amore con il 57enne discografico Erwin Bach nella sua grande villa sul lago di Zurigo (di 5.500 mq), il Turner's Chateau Algonquin, addobbata per l’occasione con 70.000 rose e orchidee.

La cerimonia religiosa, svoltasi con rito buddista, ha accolto 120 ospiti illustri tra cui Eros Ramazzotti, David Bowie, Sade e Oprah Winfrey, tutti rigorosamente vestiti di bianco. Naturalmente, l’evento è stato preventivamente blindato per difendersi dai paparazzi: gli organizzatori hanno innalzato un telo rosso lungo tutto il giardino ai bordi del lago e la polizia svizzera ha delimitato parte dello specchio d’acqua per scongiurare l’arrivo di natanti e imbarcazioni che avrebbero potuto disturbare la privacy dell’evento.

Erwin, conosciuto nel 1985, aveva già fatto una volta la proposta a Tina ricevendo, però, un rifiuto. Dopo il travagliato rapporto con il primo marito, il violento Ike Turner, da cui si separò nel 1976 (il matrimonio fu invalidato perché lui risultava ancora sposato con la prima moglie) e la lunga relazione con Roger Davies che rilanciò la sua carriera trasformandola in una delle più grandi voci musicali di tutti i tempi, Tina inaugura una nuova primavera. 

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